Fu la violenza a far conoscere i suoi genitori. Sua madre, Sarah, era una studentessa di Lettere dall’attitudine frizzante e il fascino gentile e ingenuo. Aveva ritrovato se stessa a pochi attimi dalla morte, quando un ragazzino armato aveva fatto irruzione nel suo college, sparando a qualsiasi cosa si muovesse. Presa da una rabbia che affondava le sue radici nel rifiuto della sconfitta, Sarah aveva spaccato la testa dell’uomo alle spalle con una mazza da baseball trovato nello sgabuzzino dove si era nascosta, fratturandogli il cranio. La settimana dopo, alle porte di una stazione di polizia, si vide fissata da un uomo alto, dalla pelle scura e il ghigno divertito. Ares aveva percepito la sua rabbia, la furia omicida, se ne era nutrito, ne aveva amato il gusto. Si chiedeva di cos’altro potesse essere capace qualcuno di così insignificante. Non ci fu mai un vero e proprio corteggiamento: Ares aiutò Sarah a scappare quando le negarono la legittima difesa, e lei lo seguì senza che lui dovesse mai chiederglielo. Il Dio non le nascose la sua natura a lungo, nè la verità su quale sarebbe stata la vita del figlio che portava in grembo, se lei avesse deciso di tenerlo. Così, sin da quando Morgan era piccola, Sarah le insegnò della straordinarietà del suo genitore, di come lei fosse unica al mondo, una creatura al di sopra dei mortali, nata per qualcosa di straordinario. Seppure Ares sparì ben prima che la piccola potesse ricordarlo, sua madre gliene parlò sempre come una figura positiva, oltre che divina. Si spostarono da un posto all’altro, in continuazione. Sarah si metteva con gente che potesse insegnare a Morgan a combattere, a difendersi, a vivere a testa alta in un mondo che le dava la caccia. Un matto dietro l’altro, contrabbandieri o ricercati, fanatici, artificieri, complottisti, nessuno di cui a Sarah importasse davvero, tutti scelti per Morgan, per amor suo. Questo, finchè Sarah non si fece beccare e Morgan non finì in affidamento. “Tua madre è matta, non te ne eri accorta”? Le dissero, e la fantasia del genitore divino, dei mostri che le davano la caccia, dei poteri che il suo animo cullava le scoppiarono in faccia. Improvvisamente era solo l’ennesima bambina di otto anni nel foster care, con la madre sociopatica e la dislessia. Lontana dalla protezione di sua madre, ci volle poco perchè i primi mostri iniziarono a trovarla. All’inizio, Morgan era convinta che fosse tutta una sua fantasia, una “mania di persecuzione”, come i dottori la definivano. Fu il campo a salvarla, portandola a Long Island dopo sei anni di famiglie affidatarie e fughe scoordinate. Sua madre riuscì a fuggire di prigione due anni dopo e, da allora, rimangono costantemente in contatto, seppure non vivano più insieme. Le due hanno un rapporto molto stretto, perfino dopo tutto ciò che hanno passato. Tuttavia, la mente di Sarah non ha mai elaborato il trauma, ed è rimasta la stessa di quando aveva 18 anni. Per molto più di quanto un bambino dovrebbe, fu Morgan a crescere Sarah più che viceversa. Non è raro che la donna abbia episodi psicotici, che hanno spesso influenzato anche la psiche della figlia.